mercoledì 27 giugno 2012

Brunello, il ritorno


In questo mio ritorno a casa sono tante le cose che mi ricordo di aver lasciato in sospeso. Durante questa bella avventura del Cammino del Norte , mi sono reso conto che il tragitto è qualcosa di più che una semplice strada da divorare con la bici, per questo mi sono assentato dal blog e da tante altre cose. Ho lasciato che il "momento", fosse l'unica cosa degna di pervadermi l'anima.  Ho buttato giù qualche appunto e ora, a mente fredda, provo ad elaborare questa bellissima esperienza che, adesso immerso nuovamente nella mia vita di tutti i giorni, sembra lontana millenni, eppure, così presente nel cuore.

Il mio piano di arrivare a Santiago si è subito infranto nei primi giorni. Vuoi perchè ho scelto di percorrere il cammino originale, molto più duro e affascinante della semplice "Carrettera" (strada asfaltata), vuoi perchè i posti che ho scoperto sono stati così belli che fermarsi poche ore, sarebbe stato un affronto ad una natura così generosa e tentatrice.
Ho quindi deciso da subito di percorrere il Cammino del Norte nella sua sola prima parte, fino a Santander, la parte più dura sicuramente.
Questo percorso è caratterizzato da tornanti pericolosamente in discesa e repentine risalite, anche fino a 500 metri in sei chilometri di fango e rocce, come nella prima tappa Irun (Hondarribia) - Donostia (San Sebastian).

Il verde smeraldo che mi inglobava nei sentieri è ancora nei miei occhi, basta chiuderli ora, e ci sono. Per chi ama la natura come me, un viaggio come questo è sicuramente qualcosa di toccante.
Sono molti i ciclisti che ho visto sfrecciarmi di fianco, senza alcun piacere per quel manto di prati e storia che ci avvolgeva. Trainati dalla loro folle ricerca della velocità e del record sul tempo si sono persi alcuni dei più bei paesaggi che ho visto in vita. Momenti unici, scenari che hanno valso la fatica di scalare i monti baschi, duri,  come dura è la sua gente, ma generosi, nel rivelare dopo tanta fatica , vallate e prati nascosti agli occhi del frettoloso.
E' molto facile perdersi , ma è bello anche chiedere indicazioni a queste persone , che mi ricordano i Sardi, per l'orgoglio e il carattere, sempre curiosi di sapere la tua storia e da dove vieni, sempre prodighi di consigli, migliori di un GPS ultra- tecnologico, che poi ti frega, sicuramente.

E' stato impossibile per uno straniero come me, restare solo nel territorio basco, qui si parla con tutti.

Per dormire mi sono appoggiato alla rete degli Albergue de Peregrinos. Un'associazione che ha in cura tantissimi dormitori, questi sono posti dove si dorme presto, ci si alza alle 8 massimo. E' difficile del resto ipotizzare di fare le ore piccole dopo aver scalato monti, al limite si fa conoscenza, si creano amicizie prima di crollare nel sonno, in mezzo a tanta gente in viaggio come te.
Ricordatevi di portare tappi per le orecchie e mascherina per la luce.... le finestre sono sempre aperte, i russatori sempre in azione!

Al prezzo di una donazione, che di solito varia dai cinque ai dieci euro, c'è un letto quasi sempre pulito che ti aspetta. Meglio portare un sacco a pelo per evitare di dormire su lenzuola non proprio fresche.
Nella camere ci sono delle vecchie coperte di flanella sempre a disposizione, ma... meglio evitare.

La colazione è quasi sempre inclusa e consiste in  pane, burro, marmellata latte caldo e caffè.
In quasi tutti gli alberghi c'è una cucina o una piastra elettrica  che può tornare utile per farsi da mangiare, ma che spesso giace impolverata, dimenticata da tutti.

Tenete conto che questa parte della Spagna è molto economica e famosa per la sua cucina ricca e innovativa, negli ultimi anni, infatti, gli occhi della cucina mondiale si sono messi a guardare a lei come a un nuovo modello di ispirazione per i ristoranti più famosi del mondo.
Buonissimi i Pintxos, la versione basca delle tapas. Unici, mai banali delizie da assaggiare in due bocconi massimo. Spesso i Pintxos vi aspettano in buie taverne adagiati su fette di pane o su mezze baguette. Montagne di calamari, sinfonie di scampi, funghi, peperoni, che incontrano i vostri sguardi affaticati dal Cammino e che vi dicono: "divorami, fallo adesso"! Alla fine si consegnano gli stecchini al ristoratore per il conto, ed è fatta.
Molto buono il vino Txakoli, bianco, novello dissetante. Oppure un buon sidro di mele, che va bevuto subito, senza che riposi nel bicchiere, per non passare da dilettante, scolatelo, o rinunciateci!
Tanti ristoranti hanno anche il Menù del pellegrino, sempre sotto i dieci euro, che comprende due ottime portate, vino o acqua, frutta o Yogurt.

Insomma, difficile patire la fame in questo territorio bello e generoso.

Nei prossimi giorni continuerò nella descrizione di questa mia avventura, una delle più belle, forse quella che posso definire meno una vacanza.. e più un viaggio.

A Presto!
Arrivo a Santander
Pronti Partenza .. Via!
Somari, la mia bici pare un Mulo
Hey Oh Let's GO!
Amici sul cammino
Pinxto Parade

4 commenti:

  1. el sidro no puede reposar!!!
    chissà chi è la viaggiatrice seria e preparata che ti ha consigliato di portare i tappi per le orecchie e la mascherina! :-D

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